di Sarah Westmoreland
Il livello di emozione era alto poiché cinque donne della zona del Lago Tahoe, inclusa me, avevano finito la formazione Pilates Apparatus 1. Non vedevamo l’ora di ritrovarci e portare a termine la fase successiva dei nostri corsi, la formazione Reformer 2, il fine settimana successivo.
Questo non è accaduto, almeno non nel senso tradizionale, poiché il nuovo virus ha invaso il nostro pianeta. Prima di essere in grado di pensare a cosa sarebbe successo nel tempo, come avrei finito la mia formazione e come avrei potuto mantenere la mia connessione con il mondo della formazione nel Pilates, Balanced Body si è adeguata alla nuova situazione mondiale e ci ha permesso di continuare la formazione, con una novità.
Senza dubbio, di recente ci siamo tutti adattati in risposta a una decisione che molti di noi non pensavano di dover prendere, e che ha messo alla prova la nostra capacità di reagire, un tema che trovo diffuso nel Pilates. Ero sulla buona strada per finire la mia formazione Comprehensive di Pilates in Agosto, giusto in tempo per trasferirmi in Oregon ed iniziare i corsi presso l’Università Nazionale di Medicina Naturale. Con lieve disappunto, ho capito che non avrei finito la formazione di Pilates in tempo per trasferirmi, e ho accettato il fatto di dover trovare uno studio in Oregon per terminare i corsi.
Circa una settimana più tardi ho ricevuto una mail da Natalie Garcia del Purely Pilates, che diceva che stavano lavorando a stretto contatto con Balanced Body per trovare idee e soluzioni per continuare la formazione online. Ero entusiasta! Entro la prima settimana di Maggio ho iniziato virtualmente la formazione Mat 1 con la Master Instructor Taylor Lamanna. Ero preoccupata rispetto al fatto di imparare tramite Zoom. Certamente, non sono una persona esperta di tecnologia e parte di ciò che amo della formazione in presenza sono le correzioni manuali e il feedback degli insegnanti. Comunque, dopo il primo giorno di formazione di Mat attraverso Zoom, ho cambiato completamente idea e continuerò a fare virtualmente qualsiasi formazione che non coinvolga gli attrezzi.
Ho completato la formazione Mat 1 e 2 via Zoom e non riesco a dire abbastanza cose positive sull’esperienza. Prima di tutto, in queste due formazioni ho lavorato con donne di background diversi, provenienti da tutto il mondo. Ero con donne del Wisconsin, Vermont, New York, Florida, e anche una donna del Pakistan che è rimasta sveglia e ha sacrificato le sue notti per poter partecipare ai corsi, nonostante la differenza di fuso orario. Alcune di queste donne erano ballerine professioniste, fisioterapiste, già istruttrici di fitness o proprietarie di studi, motivate a seguire la formazione per la propria realizzazione personale. In ogni caso, UNA POTENZA DI DONNE!
Mi sono sentita così ispirata dopo entrambi i corsi! Essere in grado di condividere le conoscenze ed imparare le une dalle altre, soprattutto con le diverse provenienze di tutte, è stata un’esperienza unica. In fin dei conti, credo che questa formazione non tradizionale e il gruppo eterogeneo di studentesse ci renderanno tutte istruttrici migliori, mentre procediamo con i nostri corsi di formazione. Il formato dei corsi virtuali è molto simile a quello dei corsi in presenza. Iniziamo (comodamente da casa nostra) alle 8.00 di mattina e passiamo alle nostre presentazioni, rivediamo i principi di base e ci tuffiamo direttamente nell’apprendimento degli esercizi. Non mi era chiaro però come entrare nell’aspetto virtuale del corso. Come si poteva fare la parte pratica di insegnamento?
Durante l’introduzione principale e mentre impariamo nuovi esercizi possiamo vederci tutti sullo schermo principale. L’istruttore può condividere lo schermo così possiamo vedere gli appunti e le pagine del manuale a cui sta facendo riferimento. Dopo aver imparato 3-4 nuovi esercizi ci dividiamo in quelle che vengono chiamate “breakout rooms”. L’istruttore ci divide a caso in gruppi di 2 o 3 persone, dove a turno ci insegnamo l’un l’altro e condividiamo feedback. Prima di iniziare la formazione virtuale pensavo che la mia pratica di insegnamento non sarebbe stata così valida se non avessi potuto toccare la persona davanti a me. In realtà la parte più difficile dell’insegnamento è la comunicazione e gli aspetti verbali di essa. Ho sentito molti insegnanti esperti dire che quando hanno iniziato ad insegnare eseguivano tutti gli esercizi con i loro studenti, in modo da sentire la natura del movimento, per spiegarlo meglio.
Beh, quando togli la pressione di correggere manualmente uno studente o di essere di persona a fare l’esercizio con lui, ti resta solo i cues verbali. Come spiegare e comunicare i movimenti è il pane quotidiano dell’insegnamento e mi sono accorta di aver fatto molta pratica in questo senso, durante la formazione virtuale. In generale, non vedo l’ora di tornare in studio e utilizzare le competenze apprese attraverso i corsi, ma ancora una volta sono rimasta stupita dalla comunità del Pilates nel perseverare nelle avversità, senza perdere la percezione di ciò che succede nel mondo, mentre continua a girare su se stesso, immutato dalla nostra condizione umana.
BIOGRAFIA

Sarah Westmoreland
Massoterapista, assistente di fisioterapia e presto istruttrice di Pilates
Sarah Westmoreland è una ragazza di 26 anni di Truckee, California. Ha conosciuto il Pilates in circostanze sfortunate: dopo un grave incidente stradale, lo ha fatto diventare una parte fondamentale della sua riabilitazione e, cosa che non poteva sapere, sarebbe diventato una parte enorme della sua vita. Ora è guarita e sta seguendo la sua formazione come insegnante di Pilates per condividere la conoscenza e la pratica che ha portato benefici in così tante aree della sua vita. Attualmente lavora come massoterapista, assistente di fisioterapia e presto sarà istruttrice di Pilates, usando la propria esperienza per aiutare gli altri a muoversi attraverso esperienze e sfide simili.